Una semplice one-shot introduttiva al gioco di ruolo fantasy, che vede gli avventurieri a caccia di un pericoloso gruppo di banditi, ma…
Sistema: D&D 3.5 semplificato.
Master: The_gardener87
Avete speso gran parte dell’inverno a dare la caccia al famigerato “tesoro del tiranno”, seguendo la vecchia mappa che avete vinto ai dadi da un mercenario in una bettola di Ravengulch.
Per diverse settimane avete vagato tra i picchi innevati spazzati da un vento gelido, esplorando a fondo pericolanti rovine e claustrofobici cunicoli infestati da goblin e ragni immondi, ma del tesoro nessuna traccia.
Nulla, a parte una misteriosa parete coperta di affreschi sbiaditi, insozzati dal fumo dei bivacchi e dalle oscene iscrizioni degli orridi pelleverde.
Messi alle strette dalle lunghe privazioni e dalla provviste sempre più scarse avete abbandonato le montagne, in cerca di un clima più mite e di qualche missione con cui riempirvi le tasche, ormai fin troppo leggere.
Avete trovato riparo all’Osteria del Cinghiale Bianco ad Oxbow, una baronia incastonata nella profonda vallata del fiume Ox, all’ombra dei Monti Furiosi; tra un boccale di birra e un piatto di stufato l’oste vi racconta delle sventure recenti della città di Oxbow.
“Non bastano il freddo e gli gnoll che scendono giù d’inverno dalle montagne, nossignore! Ci si mettono anche quei maledetti banditi! Erano parecchi, un piccolo esercito, deh! Ma il nostro buon barone Borisov, deh! che gli dei lo proteggano, sarà vecchio, ma non è certo uno stupido! I suoi uomini hanno spezzato la schiena di quei mercenari, però non è mica bastato, nossignore! Adesso si nascondono nei boschi, tendendo agguati ai viaggiatori e alle guardie che pattugliano la strada.
Il barone ha messo una taglia sul capo dei banditi, lo vorrebbe vivo, ma va bene anche morto se lo chiedete a me, deh! E sopratutto vuole la spada che quel furfante porta al fianco!
Se non fosse che ho qualche inverno di troppo e mi fa un gran male la schiena gli darei la caccia io stesso per tutto quell’oro! Ma ormai la mia gioventù è alle spalle, ringraziando gli dei che mi hanno fatto vivere così a lungo, e poi mia moglie da sola non riuscirebbe a mandare avanti sia la cucina che la sala…”
Quando l’oste rivela a quanto ammonterebbe la ricompensa birra e minestra vi vanno quasi per traverso, tra colpi di tosse e grugniti di sorpresa.
Per l’abisso! sono più di cento monete d’oro a testa!
Non avevate fatto caso alla pergamena arricciata inchiodata all’architrave del grande camino di mattoni fino a che non avete udito le parole dell’oste, ma ora…
Sembra che all’ombra delle montagne si nasconda davvero un tesoro, nonostante tutto…
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